Pareti e pavimenti in ceramica: le migliori soluzioni

Pareti e pavimenti in ceramica: le migliori soluzioni

Durante una ristrutturazione, quando arriva il momento di scegliere come saranno rivestite pareti e pavimenti, ci si può esprimere con creatività, definendo la carta d’identità della casa, la cornice che creerà continuità o caratterizzerà ogni stanza, con soluzioni decorative coniugate a prestazioni tecniche in grado di offrire effetti inaspettati.

I mille volti della ceramica

In un mercato sempre più esigente, la ceramica risponde bene a tante necessità, quali:

  • estetiche: amplia la scelta di formati, colori, finiture e decori per composizioni personalizzate e mai monotone, con collezioni che possono essere mixate tra loro;
  • pratiche: facilità di pulizia, bassa manutenzione, igienicità e durevolezza;
  • ecologiche: completamente riciclabile, la ceramica è prodotta nel rispetto dell’ambiente. Numerose sono le certificazioni internazionali ottenute dai produttori;
  • sicurezza: realizzata con materie prime naturali, è atossica, anallergica ed ignifuga;
  • versatilità: il gres porcellanato, in particolare, può essere utilizzato per ambienti interni, esterni, per pareti, pavimenti, piani di lavoro, top di bagni e facciate ventilate.

I prodotti attuali, a partire dal gres porcellanato, sono frutto di innovazioni tecnologiche che hanno migliorato performance e possibilità espressive.

Giocando con i formati ed alternando fondi in tinta unita e decori, si possono creare composizioni uniche e customizzate. Per ogni ambiente della casa.

Le caratteristiche delle piastrelle in ceramica

Argille, feldspati, sabbie quarzifere, pigmenti naturali: sono le principali materie prime utilizzate nella produzione delle ceramiche, che però non sono tutte uguali.

Dal punto di vista tecnico le piastrelle in ceramica si distinguono in base a:

  • metodo di formatura: tramite pressatura, la maggior parte oppure per “estrusione” (il cotto ed il klinker, oggi soppiantato dal gres porcellanato).
  • colore del supporto: a pasta chiara o bianca, considerate più pregiate, o a pasta rossa, per il più alto contenuto di ferro.
  • porosità: se il gres porcellanato è praticamente è praticamente inassorbente, per le monocotture il dato da controllare è il valore di assorbimento d’acqua. Il più basso è quello della monoporosa, che può essere utilizzata solo negli ambienti interni.
  • destinazione d’uso prevalente: tutte le piastrelle sono adatte per gli ambienti interni e per applicazioni a parete. Pasta bianca, grès smaltato e bicottura garantiscano risultati molto decorativi. Per i pavimenti, le più indicate sono quelle in grès porcellato ed in monocottura.

Tutta la produzione è classificata secondo la normativa europea EN 14411. Stabilisce i requisiti che le piastrelle di prima scelta devono soddisfare quanto a dimensioni, tolleranze dimensionali, caratteristiche meccaniche, chimiche e fisiche.

Grès porcellanato, best performer

Tutte le piastrelle ceramiche sono prodotte con materie prime simili, cioè impasti di argille, sabbia e molte sostanze naturali, che vengono modellati nella forma desiderata. Vengono cotti a temperature elevate: da 1000 a 1250° C.

Tutte sono resistenti, igieniche, facilmente pulibili e resistenti al fuoco. Esistono però delle differenze. La più importante riguarda la percentuale di assorbimento d’acqua, cioè la porosità, che nel grès porcellanato è quasi nulla (circa 0-0,5%). Ingelivo, duro e resistente agli acidi, la sua superficie è quasi totalmente verificata ed impermeabile.

Nella monocottura e nella bicottura la percentuale sale, fino a superare il 10%. La prima è comunque un prodotto valido per pavimenti e rivestimenti di ambienti interni ma non per gli spazi outdoor. La seconda è molto decorativa ed ideale per il rivestimento delle pareti ma sconsigliata per i pavimenti.

Pavimento in piastrelle: fughe si o no?

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: non è possibile posare le piastrelle senza fughe. In base alle norme non è più ammessa la possibilità di posa “a giunto unito”, cioè minore di 2 mm.

La loro larghezza non è standard, deve invece essere stabilita nel progetto considerando soprattutto il tipo di piastrella. Da esse dipenderà sia il risultato estetico che tecnico della pavimentazione o del rivestimento a parete.

A titolo indicativo, l’ampiezza delle fughe può essere minima, di 2-3 mm, se le lastre sono ottenute per pressatura, sono rettificate (cioè con bordi perfettamente squadrati), da posare in ambienti interni e su supporti rigidi e regolari. Negli altri casi, possono arrivare fino a 6-8 mm.

In tutti i casi, gli spazi (le fughe, appunto), vengono riempiti con sigillanti cementizi o a base di resine reattive.

Per uniformità cromatica, possono essere colorate nella stessa tinta delle piastrelle oppure a contrasto, per risultati estetici di grande effetto.

La posa delle piastrelle a parete in bagno

Nella posa delle piastrelle a parete, in particolare in bagno, una questione dibattuta è l’altezza del rivestimento da terra.

Non c’è un obbligo di legge, se non per locali pubblici. In base alle norme di igiene, pareti e pavimento del bagno e della cucina le piastrelle devono essere “facilmente lavabili e sanificabili”.

Stabilito questo punto fermo, per quanto riguarda l’altezza di posa delle piastrelle, un punto di riferimento può essere l’altezza della porta: significa quindi arrivare fino a 2 metri circa.

Lo schema di posa può essere vivacizzato inserendo piastrelle colorate e/o pattern decorativi.

La posa fino a metà parete lascia scoperta una porzione di muro, che può essere tinteggiata a smalto o con una pittura super-lavabile.

Se il soffitto non è in cartongesso, una proposta attuale sono le piastrelle posate fino a 2,70-3 metri. Per questo sono perfette le maxi lastre, che potranno essere applicate senza tagli e con poche fughe. Non bisogna però pensare di adottare questa soluzione per evitare l’insorgere di muffe, le quali invece si prevengono in primo luogo con una corretta aerazione.

L’importanza del piano di posa in una nuova pavimentazione

Per una buona riuscita di una nuova pavimentazione, è necessario preparare bene il piano di posa, ovvero il massetto.

Per un risultato a regola d’arte sono fondamentali la stagionatura e l’asciugatura.

I massetti cementizi tradizionali, ad esempio, necessitano di una stagionatura di circa 7-10 giorni per ogni cm di spessore, affinchè esaurisca il ritiro igrometrico cui può essere soggetto.

Dopo aver controllato, con specifici strumenti, che il sottofondo sia compatto ed omogeneo, bisognerà attendere la completa asciugatura.

Per la posa del rivestimento ceramico, l’umidità residua, misurata con igrometro a carburo o elettronico, dovrà essere inferiore al 3% (in base alla norma UNI 11493-1).

Il rispetto dei tempi è importante anche dopo la posa delle piastrelle. E’ necessario infatti che i leganti utilizzati per la messa in opera induriscano in modo adeguato.

Tra i brand che noi trattiamo vi sono:

  • Serie Pittorica di Ceramica Bardelli, piastrelle realizzate in grès smaltato, con uno spessore di 10 mm. Proposte in 16 tonalità di colore, in finiture opache o lucide.
  • Azulejos di Polis Ceramiche, in grès porcellanato colorato in massa. Ideali per il pavimento.
  • Evoca di Serenissima, piastrelle adatte per interni e per esterni, dagli effetti materici, in grès porcellanato smaltato.
  • Confetti di Ceramica Vogue, rivestimenti in grès smaltato, declinati in una serie di patterns d’ispirazione grafica in tonalità pastello.
  • Serie Tatami di Iperceramica, piastrelle in grès porcellanato aventi una superficie leggermente strutturata e spazzolata.

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